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sabato 19 aprile 2014

Pasqua

 
 
 
Una delle più toccanti rappresentazioni pittoriche dell'Ecce homo, quella di Antonello da Messina. Ricordo l'altrettanto commovente lettura del dipinto, fatta dal Prof. Romolo Rossi.
Mi tornano in mente le sue parole, mentre spiega che in questo quadro è visibile il passaggio dal dolore fisico a quello morale, dal dolore nel corpo al dolore per la perdita dell'iperinvestimento nell'uomo e nell'amore per l'uomo, quell'uomo che lo sta mortificando, dileggiando, uccidendo con la sua cattiveria, lo stesso che, nonostante tutto, egli dovrebbe riscattare dai peccati. Mentre ci si stacca da una tale idea per cui si è vissuti, si sente il vuoto dentro, poi un dolore infinito, un dolore mentale infinito. Il dolore fisico è nulla al cospetto. Solo un Dio incarnato poteva rinascerne.
Una resa pittorica straordinaria, in tratti misurati, semplici, eppure profondamente lancinanti.
 
 
 
 

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