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mercoledì 12 giugno 2013

Bellezza Orsini dialoga con le sue Autrici: Tullia Bartolini e M.Pia Selvaggio


In Libreria, stasera, tre donne dialogano in una saletta privata: 


non sono ammessi spettatori, perché è una conversazione tra una "strea", Bellezza Orsini, e due sue Autrici, Tullia Bartolini e Maria Pia Selvaggio.

  Mi siedo in una sala accanto, ad ascoltare  una musica che non mi faccia sentire totalmente esclusa. 
Vi consiglierei di fare altrettanto.



Paganini, Streghe. 
Salvatore Accardo




Mentre ascolto l'impareggiabile violino, ho un sussulto. Non so come, ma riesco a sentire quella conversazione (sarà che sono nata nelle prime ore del 25 dicembre, l'ora in cui nascono le janare, secondo la leggenda...!).

In realtà, è semplicemente accaduto che la porta sia stata socchiusa da qualcuna di loro, pertanto, siamo autorizzati a sentire quel che ci arriverà.


Bellezza: E' vero che ad alcuni è dato di vivere più identità,  come fate voi scrittrici, quando vi moltiplicate nei personaggi,
 ma guardatemi! a partire dalle foto che avete scelto per le vostre copertine, mi verrebbe da chiedervi: "chi diavolo" sono delle due? Non mi sono mai sentita così diversa! 




Tullia: Detto da una donna accusata di essere una strega! 
Non dovresti, ormai, essere a tuo agio nella "diversità"?

Bellezza: Risparmiami i giochi di parole! Invece l'hai detto così bene nel libro, quando Battista mi provoca:
"Sarà dunque vero ciò che dicono sul tuo conto? Ti descrivono come una strega dotata di poteri sovrumani...Arderai in mezzo al fuoco, già ti vedo...". 
Se non ricordo male io gli avrei risposto incupita, quasi mormorando con me stessa:
"Che orribile parola, strea...".
Sai, la diversità  si crea in un terribile gioco... 
qualcuno ti guarda e vedi  nei suoi occhi  che c'è qualcosa di te, che lui non riconosce. Ma non è questo il peggio, quanto il fatto che tale  partita   si gioca in due:  sei tu che a un certo punto cominci a riconoscerti in quello sguardo, soprattutto se si tratta di uno sguardo forte e affascinante come quello del tuo Battista.
Ricordi quando mi ha detto: 
"Mi piacerebbe aprirti in due quella testa, la strizzerei come un guscio di noce per vedere proprio che cosa c'è dentro. 
Certe metamorfosi fanno venire la curiosità."?


Ancora Bellezza: E tu, Maria Pia, che guardi? con quel tuo immergerti nel mio dolore lancinante, insopportabile, che mi rinnova bruciature e ferite, nell'anima e nel corpo?
...non credi di aver esagerato? anche il dolore merita pudore, avresti dovuto fermarti sulla soglia qualche volta!


Maria Pia: non avrei potuto, se anche lo avessi voluto! 
L'ho dichiarato sin dalle prime pagine, da quando mi sono inabissata nel ventre di tua madre
e con te sono nata.


dettaglio Cattedrale di Chartres

 Ricordi? te lo rileggo:
"Non ti spaventare per essere viva, viva ancora dopo il primo giorno, fu solo il primo giorno...!".  Lo dicevo a te, ma soprattutto a me. 

Bellezza: sì, ricordo. Come ricordo la tua pietà nella fine...
"Il primo colpo recide la vena più giovane, la più fresca e la più ballerina...il secondo quella seminascosta dai capelli, il terzo la vena mastra...quella che governa il cuore!...
L'indomani mattina, a ora presta, un fuoco brucia sulle fiamme che ridono! 
Bellezza vola sulle punte infuocate e gioca a rimpiattino con loro."

Maria Pia: Sai,  dopo averti vissuto, anche le strade di Benevento per me non sono più state le stesse. Quello che ho scritto nell'epilogo è straordinariamente vero:

"Quando il cielo ha attraversato il tramonto e abbandonato i raggi del sole, le piante antiche sfamate dal fiume si sono trasformate in una misteriosa minaccia che non ha, dopotutto, smorzato la mia sete di emozioni"

Bellezza: Benevento...


ancora Bellezza: Tullia sento la tua pena, i brividi sulla tua pelle. Al solito. Non so come ti sia venuto in mente di avvicinarti a me, sei troppo emotiva. Hai rischiato di farti male. Molte volte ti ho dovuto proteggere. 

Tullia: sei stata una sfida alle mie paure, si scrive anche per esorcizzarle e poi è accaduto quel che tu hai detto:
"E' dai peggiori incontri che apprendiamo quel poco che sappiamo di noi stessi. La leggenda della forza, della debolezza...io sono quel che sono...e il sentimento che mi ha spaventata , m'ha pure resa intera."

Bellezza: c'é un punto del tuo libro, che mi dà sempre un particolare struggimento...

Tullia: quale? che dico, certo, lo so:
"Hai mai desiderato un posto lontanissimo, fuori dal tempo? Ho passato la vita ad immaginarlo, finché non mi ci ha portato il sentimento. Io, Bellezza Orsini la strega, stregata da un batticuore! Non è ridicolo? M'ha fottuta. Fottuta".

(sono in silenzio ora, ma posso sentire quella solidarietà che scatta tra le donne quando il contagio emotivo è forte. 

Per noi è ora di chiudere, andremo via senza dir niente.
Loro, le lascerò stare in Libreria. Ci sono momenti impossibili da interrompere.

A voi tutti, come sempre, grazie per essere venuti.


A Bellezza,

faccio scivolare sotto la porta una cartolina...)




N.B. Le foto sono tutte di L. Fiorillo.




























2 commenti:

  1. Cosa ci spinge a scegliere un personaggio e a scriverne? La domanda è complessa. In Bellezza sono inciampata spesso per una serie di coincidenze, di casi. Un anno fa ho visitato i luoghi dove si svolse la sua vita (Collevecchio, Fiano, Monterotondo) per una coincidenza inaspettata e questo mi ha dato la forza di chiudere un romanzo che sto scrivendo da tempo su di lei. Nel testo teatrale di cui Mena parla c'era certo il senso di una ribellione e del coraggio necessario a metterla in atto. Bellezza Orsini sapeva leggere e scrivere ed era fiera di guadagnarsi da vivere on le arti mediche. Cosa assai inusuale per una serva e per quei tempi (siamo intorno alla metà dl '500). Ringrazio Mena per lo sguardo profondo che sa sempre mostrare, per la sensibilità, l'intelligenza, cose che non sfuggono a chi la incontra di persona - e per aver pensato - anche - a me, oltre che a Maria Pia, di cui ammiro lo stile caldo e forte. Un abbraccio a tutte e due. Tullia

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